30 nov 2008

Epruno – CULT Dicembre 2008

(Mai Pubblicato)

Carissimi ….. continuiamo con la seconda parte della trilogia dedicata, al “palamito d.o.c.” e lo “Stadio”. Eravamo arrivati alla “rastrelliera” (i tornelli), supponiamo che abbiate chiara la parte dello stadio nella quale intendiate sedervi, dovete ancora stabilire quale è l’ingresso, segnalato da grandi cartelli gialli appesi alla ringhiera, quale è il settore, quale è la fila ed il posto. Tutto è riportato in quel mostruoso rettangolino di 11x6,5 cm (la parte di biglietto che resta a voi). Questo mese, esamineremo il caso della partita vista dalla Tribuna Coperta. La fila che dovremo superare è ben poca cosa rispetto ad altre parti dello stadio; ma con l’aiuto dell’omino con la casacca gialla catarifrangente riusciamo, obliterando il biglietto, a superare la “Vedova di Norimberga” ed ecco che subito dopo ci troviamo davanti due poliziotti e ci deve andar bene che non tengano al guinzaglio un pastore tedesco. Finalmente siamo li, superati uno dei tanti ingressi, controlliamo il settore ed ecco che davanti a noi si apre una vista spettacolare, un rettangolo verde, un intero stadio pieno di gente vestita di tutti i colori, ed un predominare di colori rosa-nero, ed un altoparlante che gracchia frasi in modo assordante. Il tempo di arrivare al primo ballatoio, vediamo un altro omino con una casacca gialla catarifrangente con scritto “steward” affacciato sul campo e gli chiediamo “mi scusi settore A8?” Lui senza scomporsi ne voltarsi dal guardare ciò che succede in campo indica con un gesto “ccaa” ed allora in modo ancor più gentile ritorniamo a chiedere “la fila 17?” Lui ancora di più infastidito, risponde “picchì, un li sapi leggiri i nummera nne scaluna?” Di rimando noi “molto Glamour, grazie, la segnalerò al customer satisfaction” ed è a questo punto che l’omino da piegato si mette in piedi in tutta la sua imponenza, con aria minacciosa e capiamo che non è aria, e con la “lingua a fasciacollo” affrontiamo una salita di pendenza pari a quella di una “pista nera”. Finalmente arriviamo alla mitica fila 17 e chiediamo al gentile spettatore seduto al primo seggiolino “scusi è questa la fila 17?” E lui senza guardarci in faccia sibila “seh” e noi “il posto 23?” Lui “l’avi a talari sutta u seggiolino” e noi con uno sguardo veloce, capiamo che trovasi in mezzo alla fila, già parzialmente piena ed a questo punto chiediamo “permesso, posso??”. E così che il signore in testa alla fila si alza lasciando un passaggio così stretto ed angusto, e noi ci incamminiamo ma senza accorgercene incontriamo lo sguardo paonazzo con gli occhi di fuori dello spettatore, che ci sta facendo passare, prima che questo esclami “botta di sale a lei, matri mia, u piedi mi rumpiu, e quantu pisa” e noi imbarazzati “mi scusi, ma è stretto, non l’ho fatto a posta” e nel districarvi, con i nostri glutei, andiamo a dare una botta alla testa dello spettatore della fila di sotto, il quale grida “e camurria, ancora assai avi a durari?” In un modo o in un altro, arriviamo al nostro posto, libero ma in mezzo a due signori stacciuti e questa volta ci sediamo stando accorti a non pestare i piedi a nessuno e ci rannicchiamo nelle spalle per entrare nel seggiolino, e mentre i nostri vicini trasbordano su di noi pensiamo, “ancora ci sono 90 minuti più l’intervallo ed il recupero, ma quando finisce questa partita??” Sedutoci, percepiamo una sgradevole quantità di odori, dal sudore del grasso signore di sinistra, ad uno ancor più inconfondibile e ci voltiamo di scatto incontrando un sorriso e lo sguardo di una persona che esclama “Dottore, lo dicevo che era Lei? Ma ha da molto tempo che non si fa vedere! Abbiamo avuto pesce speciale di questi tempi! Le posso presentare la mia famiglia? Noi siamo da sempre abbonati in tribuna perché la partita si deve vedere in tribuna!” E noi sorridiamo e cortesemente, stringiamo le mani a tutta la famiglia, riprendendo posto e nell’attesa iniziamo a guardarci intorno, per vedere il campionario di umanità. Vediamo il tipo che la domenica va allo stadio giacca e cravatta, il professionista yuppie con il giaccone sociale ed il cappellino del Palermo, la donna vestita provocante da raccordo anulare per l’occasione, vediamo alla nostra la tribuna “Vips”, la zona riservata alla tribuna stampa e poi vediamo “le riserve indiane” quei posti irragiungibili in vetta alla tribuna, dove nevica pure ad agosto o dietro la sbarra in prima fila sul ballatoio e la si possono riconoscere tutti gli “scrocconi in purgatorio”, cioè i biglietti dati omaggio per dovere dalla società alle varie commissioni di vigilanza, vari enti di controllo e federazioni….ed è lì che ci viene il primo sorriso e ci rilassiamo …..il posto è strettino, ma abbiamo pagato ed è il nostro posto, il migliore che esista …. E forza Palermo ……. Il resto lo vedremo alla prossima puntata ……Un Abbraccio.....il Vs. Epruno.

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